martedì 11 ottobre 2016

Step 4: colori nella mitologia

MITO E ASTROLOGIA

I segni zodiacali nella astrologia occidentale sono 12. I segni sono rappresentati da simboli tratti dal mondo animale, dall'oggettistica o dalle fattezze umane unica eccezione è l'acquario che è rappresentato da un elemento della natura, l'acqua naturalmente.


Tra questi l'Acquario è l'undicesimo segno dello zodiaco.  Il segno dell’Acquario è simboleggiato dalla donna che trasporta l’acqua. Al segno dell'acquario è associato il colore blu elettrico.




-Cultura mesopotamica
L’Acquario è una delle costellazioni più antiche, originaria della cultura mesopotamica. Essa è  legata al dio sumero En-ki (signore della terra), poi divenuto Ea (dio delle acque e della sapienza) nella cultura degli accadi e babilonesi. 
Inizialmente rappresentato come un uomo col corpo di pesce, Ea compare in alcune raffigurazioni in cima ad un’altura e dalle sue spalle o da altri che sorregge, escono due fiotti d’acqua che si riversano nella bocca di un pesce, spesso identificato come il Pesce Australe. Nei due getti talvolta vengono identificati i due fiumi della regione mesopotamica, il Tigri e l’Eufrate, i quali, in differenti raffigurazioni appaiono colmi di pesci.


-Cultura greca
Il mito più conosciuto riguardo l'acquario deriva dalla mitologia greca classica ed è legato alla figura di Ganimede, il coppiere degli dei. 
Zeus, dopo essersene invaghito, lo rapì con le sembianze di un’aquila gigante (ricordata nella costellazione vicina all’Acquario), lo portò sull’Olimpo e gli conferì l’incarico di servire l’ambrosia agli dei. In questo mito l’acqua versata dall’Acquario/Ganimede rappresenta il nettare divino degli dei, la conoscenza e la saggezza che avvicinano agli dei.

Il mito di Prometeo

Il mito di Prometeo è anch'esso legato alla mitologia riferita al segno zodiacale dell'acquario.
Prometeo (letteralmente “colui che vede prima” o “che riflette prima di agire”) era uno dei Titani (gemello di Epimeteo, “colui che riflette dopo aver agito”), e nello scontro che li vide opposti agli dei dell’Olimpo, si schierò dalla parte di Zeus, che risultò poi vincitore della Titanomachia: per questo fu ammesso nell’Olimpo e ben voluto dalle divinità.
Prometeo, su insegnamento di Zeus, creò l'uomo. Modellò le sagome, conferì loro fattezze umane e insegnò loro le arti apprese da Atena per renderli sempre più simili agli dei. Rubò l’intelligenza e la memoria da uno scrigno in cui la dea le conservava e le distribuì agli uomini, e infine, per renderli autonomi nel lavoro, sottrasse il fuoco ad Efesto.
Zeus non approvava la benevolenza di Prometeo per gli umani poichè essi sarebbero potuti diventare troppo potenti e pericolosi. Decise dunque di togliere il fuoco agli uomini e lo nascose. 
Prometeo, incurante delle conseguenze, prese di nascosto il fuoco e lo riportò agli uomini ma fu punito da Zeus che lo fece incatenare nudo ad una roccia del Caucaso. Inviò poi un'aquila che ogni giorno gli divorasse il fegato, che ricresceva durante la notte, condannandolo al celebre supplizio.

Mito di Licaone
Le leggende narrano che nei tempi antichi la gente viveva pacificamente e senza grossi problemi. Ma, col passare del tempo, il male prese il sopravvento sulle persone. Iniziarono a combattere tra di loro, ad ingannarsi l'un l'altro e ad uccidersi. E così Zeus, dopo aver udito le voci che giravano riguardo ad un popolo cattivo, era sceso sulla terra per verificare se ciò che aveva udito fosse vero.

Dopo aver assunto le sembianze di un mendicante, arrivò al palazzo reale del Re Licaone e gli chiese ospitalità per una notte. Il Re gli rifiutò l’ospitalità e, quando Zeus gli rivelò la sua vera identità,
Licaone si ordinò ad uno schiavo di uccidere il mendicante, di farlo cucinare e di servirglielo su di un piatto. Zeus udì le parole del Re Licaone e si infuriò talmente tanto che lo trasformò in un lupo mannaro. Dopo di che ritornò sul monte Olimpo e fece cadere sulla terra una pioggia incessante che annegò ogni essere vivente (da qui si richiama il simbolo dell'acquario). Salvò solo il figlio di Prometeo, Deucalione, con la moglie Pirra. Con una barca arrivarono sul monte Parnaso e davanti alle rovine della dea Themis iniziarono a pregare Zeus di far ritornare la stirpe degli uomini sulla terra. Zeus, dopo continue esortazioni, esaudì la loro preghiera.



MITOLOGIA ORIENTALE


In area orientale, si narra che il tempio Khmer di Myanmar ospitasse una popolazione di gatti sacri. Durante un assalto al tempio, il gran sacerdote venne ferito a morte ed il suo fedele gatto si accucciò sopra di lui, rivolgendo lo sguardo alla divinità del tempio. Così facendo, il suo mantello divenne dorato e gli occhi blu, mentre le sue zampe si colorirono di marrone eccetto quelle posteriori le quali rimasero bianche. Guidati dallo sguardo del gatto rivolto alle porte del tempio, i monaci si precipitarono a chiuderle, salvandosi così dal saccheggio e dalla distruzione. Il gatto non abbandonò il suo padrone e morì sette giorni dopo di lui; quando i monaci si riunirono per eleggere il nuovo successore del sacerdote videro accorrere tutti i gatti del tempio trasformati nelle sembianze di Sinh, il felino del sacerdote defunto.



MITOLOGIA GRECA

Giacinto era un bellissimo giovane amante del dio Apollo,  ammirato e desiderato nel frattempo anche dal signore del vento Zefiro. Ciò ha presto causato una faida tra le due figure divine.
Zefiro, geloso del rapporto tra Giacinto e Apollo i quali preferivano esercitarsi assieme al lancio del disco, ad un certo punto, soffiò per ripicca il disco lanciato da Apollo fuori della sua traiettoria così da colpire in piena fronte Giacinto. Inconsolabile, Apollo non permette ad Ade di rivendicare il giovane e, dal suo sangue versato fa sbocciare un fiore blu, per l'appunto il giacinto.

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